Non mi sembra più di vivere in una Dacia alle porte di Mosca, o in una più popolosa Kiev.
Mai come quest'anno ho perso cappelli, guanti ed indumenti termoregolatori.
La dura vita dell'ecologista mi costringe infatti ad utilizzare il più possibile i mezzi pubblici, lottando contro lunghe attese in banchina, treni soppressi, guasti alle linee elettriche e tutto il girotondo che cesella il fantastico mondo dei mezzi di trasporto pubblici.
Ecco perchè, quest'anno, più degli altri anni, ho atteso trepidante l'arrivo della primavera. E della possibilità di "sciabbattare" allegramente a zonzo con le mie coloratissime All Stars.
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(photo © Blunotte 2010) |
{qui ci starebbe un bellissimo stacchetto musicale del tipo TA TA TA TAAAA, canticchiato a scalare}
Ebbene sì, sto facendo capolino veramente nel mondo degli adulti, dei debiti trentennali, dei notai e di tutta la compagnia cantante.
Mi ci sono accostata un po' in punta di piedi, per paura di accorgermi che lo stavo facendo davvero; con timore quasi reverenziale, affascinata dai molteplici annunci luccicanti in cui un delizioso bilocale da 60 mq con terrazzo di 15 e travi a vista costava nel centro storico una cifra quasi ragionevole.
Insomma, abboccando ad annunci di siffatta foggia, veri e propri richiami per gazze ladre dalle umane forme, mi sono lanciata piena di entusiasmo e di belle speranze nel fantamondo del mercato immobiliare.
Poi, tutto è cambiato.
Sul mio cammino, losche figure a metà fra il mitologico e il fantasmagorico (travestiti da agenti immobiliari), hanno cominciato a chiamarmi e farmi domande del tipo
Ma il giardino a che piano lo cerca?
oppure
Un delizioso bilocalino da 34 metri quadri, le può interessare?
E mi sono inevitabilmente svegliata dal sogno.