giovedì 30 maggio 2013

C'ho il subconscio di David Lynch

Ma com'è 'sta storia?

Io al mattino mi son sempre svegliata più o meno serena. 

La questione era semplicemente legata al fatto se fossi riuscita a dormire più di tre ore oppure no. 
Notti in bianco, oppure notti con gli occhi sbarrati guardando le travi a vista del sottotetto, mi regalavano giusto quel paio di etti di occhiaie, in cui inciampavo il mattino dopo, ma la vicenda finiva lì.
E invece, da una settimana a questa parte, mi sveglio e mi ricordo perfettamente quello che ho sognato. Che per una che i sogni non se li è mai ricordati, è un bel trauma. 
Non solo quindi vivo sulla mia pelle tutto il sogno, ma me lo continuo a ricordare per giorni e giorni.

Che poi se i sogni fossero pure decenti, o quanto meno dei seppur celati desideri come cantava quella canzone là, potrebbe pure starci.
E invece un paio di zufoli! Sembra che io sia posseduta dal subconscio di David Lynch

Sogno delle vere e proprie robe improbabili. 
Sogno di uomini alti tre metri, di ladri, di sequestratori, di gente che mi insegue per squartarmi con un machete, sì, insomma, cose così.
Che forse sia proprio il mio subconscio a creare una realtà virtuale densa a tal punto di mostruosità per deviare la mente dalla realtà, quella vera?
mah, tutto può essere

però che palle
io che guardo i film dell'orrore con le mani davanti alla faccia o con la coperta fin sulle orecchie
Rivoglio indietro il mio niente mattutino, ecco.
Anche con le occhiaie da due etti



mercoledì 3 aprile 2013

Occhi

Occhi indaco.

Occhi pieni di vita, lucidi, disarmanti. Ma anche imbarazzati, grati.

Sono gli occhi di M*, un ragazzo, o forse meglio, un giovane uomo, che ieri notte abbiamo riaccompagnato a casa, prelevandolo dall'astanteria di un pronto soccorso.

Ha la mia stessa età M*, solo sei giorni (sei) di differenza da me; sono io quella maggiore.

Ha gli occhi indaco M*, non come i miei che tendono al verdognolo solo se c'è il sole, ma per la maggior parte del tempo sono di un banalissimo castano.

Ha gli occhi grati M*, che ti sorridono imbarazzati perchè con la mano sposti la coperta per coprirgli  meglio i piedi, e allo stesso tempo per nascondere alla vista degli altri il catetere che gli hanno sistemato fra le gambe.

Ti ringrazia con gli occhi, perchè con la voce fa fatica anche a pronunciarlo un "grazie".
E ti sorride con quegli occhi pieni di vita, ma anche con i tratti delle labbra: anche se fatica a fare pure quello. Ma si fa capire benissimo che ti è grato, con tutto il suo disarmante imbarazzo.

E alla fine sei tu quella veramente imbarazzata, perchè tutta questa gratitudine ti spoglia e ti senti di non meritartela, che non è necessaria.

Non si può più muovere M*, ha la scelerosi multipla.

Non vive nemmeno in una vera casa.
Ha una stanzetta in una struttura specializzata, dove fuori da ogni porta - sotto il numero della stanza - c'è la foto dell'ospite che la occupa. A ricordarci quanto possa essere quotidiana e familiare la sofferenza.

Dicono che alla fine ci si abitua un po' a tutto.
Che le cose, alla lunga, cominciano a farti semper meno effetto, che poi diventano una specie di routine  e che quindi poco alla volta ti segneranno sempre meno.
Così dicono.
Ma a me, sotto sotto, in fondo in fondo, piace sperare che ci saranno altri occhi che mi commuoveranno, e che mi faranno riflettere su un sacco di cose banalmente date, in continuazione, per scontate.


venerdì 29 marzo 2013

Scrivi, scrivi, che ti passa!

"è un po' che non scrivi"
"già"


Appunto.
Ma non nel senso che mi appunto qualcosa da dire, nel senso "è proprio così".
A volte non scrivo perchè mi sembra di non avere nulla di particolarmente originale da dire fra tutti coloro che scrivono in continuazione, giornalmente, ora dopo ora, e che intasano l'etere di concetti, arguzie e pensieri profondi.

A volte, perchè forse le cose che ho da dire sarebbero in effetti troppe, e mettermi lì con la testa e la tastiera a dare loro una qualche sorta di ordine o senso, mi fa fatica.

A volte mi ripeto che non ho tempo.
O meglio, nel poco tempo che ho, non mi viene di mettermi qui a scrivere quello che penso.

Un sacco di scuse, insomma.

No, no, ci sono!
è perchè le cose, in fondo in fondo, preferisco dirle a voce. 
Sai mai che forse, scrivendole, non riesca a mettere tutte le sfumature al posto giusto; che magari non potendo gesticolare all'italiana - come mi capita di fare - o non mettendoci qua e là le mie solite smorfie, si perdano contorni importanti. O addirittura, cosa aberrante, io possa addirittura venire fraintesa!

Certo che in quanto a giustificazioni, se voglio, sono davvero creativa.

Ma poi a chi frega? - mi ripeto io - quello che penso e che ho da dire.

Allora ogni tanto entro qui, butto giù qualche riga e salvo post che restano parcheggiati nella sezione delle Bozze, dove finisco per rileggerli solo io.

Che poi forse forse, in fondo in fondo, è il vero motivo per cui una persona, come me, si mette a scrivere. O no?



mercoledì 20 giugno 2012

Vorrei una valigia carica ... carica ... di ...

Vi è mai capitato di prendere in mano una penna e pensare "oddio come scrivo bene con questa penna!"?
La tua scrittura dovrebbe essere, bene o male, sempre la stessa.
Si ok, dipende dall'umore, dal supporto su cui stai scrivendo, ma più di ogni altra cosa dipende dello strumento che usi per scrivere (matita, penna bic, stilografica, gessetto, e potrei continuare all'infinito).

Ho appena finito di posare una normalissima penna nera, a punta morbida e grossa, griffata da un noto beach club californiano in cui sono stata recentemente. Certo, detta così, fa molto Brenda Walsh, ma era solo per dire che è una di quelle penne gadget che ti regalano (o che freghi simulando nonchalance appena il cameriere gira sui tacchi coi bicchieri in mano). Nemmeno la Montblanc che mi sono regalata, scrive così bene (o forse dovrei cercare di capire solo quale refil utilizzare).

Comunque, questa penna mi ha fatto venire in mente che la mia vita finora è stata un po' così, come la scrittura, influenzata da troppe circostanze. Solo che adesso che sono grande, e grande davvero, e che le "circostanze" le ho ben individuate, posso pure smetterla di fissarmi a voler scrivere con robe che non mi appartengono, e che men che meno mi valorizzano.

Non voglio più usare i gessetti (con cui mi viene una scrittura da medico della mutua di fretta) tanto quanto non voglio più intorno a me persone false ed inividiose.

Non voglio più  sfumare coi pastelli a cera (cosa difficilissima e che, ovviamente, non sono minimamente in grado di fare) tanto quanto non voglio perdere tempo con persone che non mi rispettano.

Lungi da me usare i carboncini, che sono tanto belli sì, ma che ti sporcano da morire le mani; quasi quanto ti sporcano dentro le persone che si fingono amiche e poi, appena ne hanno l'occasione, ti pugnalano alle spalle.

Vorrei, da qui in avanti, essere in grado solo di riempire la valigetta dei colori, di pastelli, di matite morbide e di penne fregate al Beach Club, che trovo così tanto rassicuranti perchè sono fatte apposta per me. E se per caso dovessi ancora postare anche solo una riga, lamentandomi di essere stata ferita da persone che credevo amiche, beh, siete legittimati a spaccarmi la suddetta valigetta in testa.

venerdì 11 maggio 2012

#10cosesuper

Ammetto di averci pensato un po' su.
Non ero mica tanto convinta di voler scrivere questo post, anche perchè sono in un periodo abbastanza denso di pensieri ed impegni. E come si dice, non c'ho molta testa.


E le energie sono poche. Ed il tempo è poco. E tanti altri "e".


Poi ho pensato in tutta franchezza che sarebbe stata una cosa carina, per un attimo fermarsi a pensare e riflettere sulle cose che di te ti piacciono.
Passiamo un sacco di tempo a fare autocritica, a meditare sul cambiamento concreto e presunto (come i personaggi della mia fiaba preferita, Il mago di Oz, siamo sempre alla ricerca di qualcosa); ma dedichiamo pochissimo spazio per dirci però, tutto sommato son mica male!


#1cosasuper, sarà banale per chi mi conosce, ma la cosa di cui vado maggiormente fiera è il rispetto che nutro verso qualunque forma di vita. Non sono madre, ma sicuramemnte è il valore principale che vorrei tarsmettere ai miei figli. Rispetto verso la natura, verso gli uomini, verso gli animali ed il pianeta. La mia primacosasuper è quindi, inestricabilmente interconnessa al mio essere vegan - ecofriendly - green e tutto il resto
#2cosasuper, su di me puoi sempre contare

#3cosasuper, sono schifosamente cuoriosa di conoscere, apprendere e  sapere. Amo confrontarmi con ciò che non conosco, per migliorarmi in continuazione

#4cosasuper, gran parte del mio tempo la dedico agli altri

 e qui mi son fermata. 


Mi son fermata perchè questo esercizio per quanto utile e decisamente catartico, mi imbarazza un po'. Forse perchè mi viene più facile parlare di cosa vorrei essere o al limite di cosa faccio, piuttosto che di cosa sono. 

Ma nonostante questa mia predisposizione, ammetto che da qualche tempo faccio una cosa che potrebbe sembrare stupida, ma che sotto sotto così stupida non è.

Da qualche mese, infatti, ho l'abitudine di scrivere frasi (a mo' di mantra) sullo specchio del mio bagno, con un rossetto batton-rouge (come amo definirlo io), scimmiottando un po' il mio mito Alda Merini che invece cesellava versi (di tutt'altra foggia) sulle pareti della sua casa affacciata sui Navigli.



  
È così che dall'ancestrale "Go veg!" scritto di pancia la prima volta, si sono susseguiti versetti del tipo "be free", "love yourself", "have a nice day" e via dicendo.

E devo ammettere che tutte le volte che inciampo con lo sguardo su quelle poche lettere, il messaggio mi arriva dritto a quei quattro neuroni stanchi che mi sono rimasti. 

Sembra banale da dire, ma molto spesso, dobbiamo ricordarci di prenderci cura di noi, pensando a noi.  Che sia una lista delle nostre #10cosesueper, che sia una scritta, che sia un acquisto frivolo, ma che fa tanto bene all'umore!


E appunto, ripetiamocelo ogni tanto ... che male sicuramente non fa!





martedì 10 aprile 2012

Vivere Vegan #2

"Semplicemente mostruoso"
cosa?
"il fatto che tu nel piatto abbia un cucciolo di pecora di appena 30 giorni, sgozzato per il tuo palato. Non la senti la sofferenza sotto i tuoi denti?"

Lo so, tutte le santissime volte che mi trovo a tavola per le feste "comandate", mi ritrovo mio malgrado a fare la parte della trituramaroni. 

Però che palle, averlo saputo mica ci sarei andata a pranzo.
Già di tanto in tanto mi devo sopportare cadaveri sanguinolenti davanti al naso, ma l'agnello no, ti prego, non ce la posso fare. Mi veniva da vomitare, dalla sofferenza (la mia) a pensare alla sofferenza (la sua).
Ma l'avete mai sentito piangere un agnello?

Io non ce la faccio davvero più a sopportare 'ste cose, forse sono giunta davvero al limite. Ogni giorno ti scontri con sofferenza, ottusità e quant'altro.
E i pesi sul carretto della coscienza aumentano, la pelle che ti difende si assottiglia, i nervi si scoprono. E le palle inevitabilmente ti fumano.
E la cosa che mi più mi sconvolge, è la noncuranza con cui ti rispondono.
Per non parlare delle motivazioni poi! Se motivazioni si possono chiamare, perchè di motivi non ce ne sono proprio.

L'altra sera sono inciampata per caso su La7. Alle "Invasioni barbariche" c'era una specie di confronto proprio sulla mattanza degli agnelli, in vista del pranzo pasquale.
Da una parte alcuni Vegan e un pseudo santone torinese (che avrebbe fatto meglio a tacere piuttosto che rispondere alla domanda idiota di Daria Bignardi "è più grave mangiare carne di agnello o di mucca?" con un "quella di mucca, perchè per gli indù è sacra", vabbè lasciamo perdere va), dall'altra l'incarnazione del MALE. Due loschi figuri dalle tracotanti sembianze (bella pubblicità per noi: se a mangiare carne ti riduci così ...). Una ostessa de' Roma, e un cacciatore curatore di una rubrica su Sky mi pare.
Comunque, la fiera delle idiozie. Senza argomenti erano, privi di qualunque logica e di qualunque possibilità di confronto.

A metà fra il nervoso (per le stronzate che dicevano) e la ridarella (per le stronzate che dicevano), si insomma, vi consiglio di guardarvelo. E di pensarci su, anche 'sta volta.

http://www.la7.it/invasionibarbariche/pvideo-stream?id=i536466